L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale sembra stia diminuendo, come rileva l’Institute for human-centered artificial intelligence (Hai) di Stanford rispetto a un calo degli investimenti globali registrato nel 2023. Sul versante dell’IA generativa sembra andare meglio, sempre più startup ricevono fondi e molte aziende sono fiduciose rispetto al suo utilizzo nel rapporto con i fornitori e nella trasparenza della supply chain. Sorgono preoccupazioni riguardanti la cybersecurity e la privacy dei dati mentre l’Italia sta lavorando a un proprio disegno di legge sull’IA.

L’hype è già finito?

Una ricerca dell’Institute for human-centered artificial intelligence (Hai) di Stanford ha rilevato un calo degli investimenti globali nell’IA per il secondo anno consecutivo nel 2023. Sia gli investimenti privati in startup da parte di fondi venture capital, sia gli investimenti aziendali nel settore dell’intelligenza artificiale sarebbero diminuiti rispetto all’anno precedente. Le fusioni e le acquisizioni sono scese del 31,2% e gli investimenti privati da 103,4 miliardi di dollari a 95,99 miliardi di dollari.

Tuttavia, alcune iniziative continuano ad attrarre tranche sostanziali e sempre più aziende stanno ricevendo fondi. L’analista di Gartner John-David Lovelock afferma che “Il conteggio degli investimenti miliardari è rallentato ed è quasi finito”. Lovelock ha detto a TechCrunch che il mercato è ora più influenzato dalle aziende tecnologiche che utilizzeranno i prodotti, i servizi e le offerte di intelligenza artificiale esistenti per costruire nuove offerte. L’ondata iniziale di entusiasmo ha lasciato il posto alla realtà e l’IA è afflitta da sfide che richiederanno anni per essere affrontate e superate, come in un classico hype cycle di Gartner. Ma i finanziamenti per l’IA generativa hanno raggiunto i 25,2 miliardi di dollari nel 2023, quasi nove volte l’investimento nel 2022 e circa 30 volte l’importo del 2019. Il potenziale resta enorme.

Utilizzo e volumi

L’uso delle IA in azienda è stato rapido e ha avuto un impatto tangibile sui flussi di lavoro e sui volumi di dati. Il ThreatLabz 2024 AI Security Report, redatto sulla base delle analisi di 18,09 miliardi di transazioni di AI intercorse fra aprile 2023 a gennaio 2024 da Zscaler, sottolinea come le aziende stiano inviando volumi significativi di dati agli strumenti di intelligenza artificiale. Il primo dato che emerge è che nel periodo in esame il volume delle transazioni aziendali integrate con strumenti di IA ha registrato un’impennata vicina al 600%, con 569 terabyte di dati aziendali analizzati.

Il settore che fa registrare il maggiore volume di transazioni è quello dell’industria manifatturiera, che da sola occupa circa il 20% del totale. L’IA in questo caso viene impiegata per lo più per dall’analisi preventiva dei guasti delle apparecchiature, l’ottimizzazione della gestione della supply chain e le operazioni logistiche. A guidare la classifica delle soluzioni impiegate per le transazioni IA aziendali è ChatGPT, a cui fa capo oltre la metà del traffico (52%). Al terzo posto si colloca l’applicazione di OpenAI stessa (8%), mentre chatbot come Drift hanno generato circa il 20% del traffico aziendale.

Trasparenza, sicurezza e legge per l’IA in Italia

L’intelligenza artificiale sembra stia diventando business as usual. Man mano che diversi strumenti trasformano il business in modi grandi e piccoli e viene intessuta nella vita aziendale. Questo perché permetterebbe di rispondere a diversi problemi, come al fatto che molte aziende hanno una visibilità limitata sulle prestazioni dei fornitori. Ed è proprio la mancanza di visibilità nella catena di fornitura che contribuisce, secondo il 60% delle organizzazioni, a danneggiare le attività. Soluzioni di IA sono sempre più richieste per migliorare la trasparenza della supply chain e il dialogo con i fornitori.

Ma sono da mettere in conto possibili problemi legati alla privacy e alla sicurezza dei dati dovuti all’ampliamento della superficie di attacco e alle nuove minacce cyber, alla qualità dei dati e al rischio di contaminazione dei dati utilizzati nei processi decisionali aziendali. Come sottolineato più volte, integrare l’IA nelle procedure aziendali aumenta l’efficienza ma al contempo introduce una serie di rischi che le imprese devono conoscere e saper gestire. A partire dal rischio legato alla protezione della proprietà intellettuale e delle informazioni riservate, con la possibilità di furto di dati sensibili. Anche l’Italia, dopo l’approvazione dell’AI Act europeo, è al lavoro su un disegno legge per l’intelligenza artificiale che possa rassicurare sui rischi e definire le opportunità.