L’edizione speciale del Global Green Skills Report 2023 di LinkedIn sfrutta i dati di un miliardo di utenti in tutto il mondo, per far luce sul profilo di genere dei talenti green sulla piattaforma. Il pool sui talenti green, lavoratori con almeno una green skill o un’esperienza di green job, è composto per il 66% da uomini.

La fragilità relativa al cambiamento climatico

Le donne sono sproporzionatamente vulnerabili al cambiamento climatico secondo i risultati della ricerca Global Green Skills Report di LinkedIn. I dati indicano che stanno anche perdendo la possibilità di essere parte della soluzione climatica con l’aumentare dell’urgenza. I ruoli in tutti i settori richiedono sempre più competenze verdi, ovvero le conoscenze e le capacità che costituiscono gli elementi costitutivi per rendere più l’economia più sostenibile. Secondo la ricerca, tuttavia, “ben due terzi del pool globale di talenti verdi – composto da lavoratori con almeno una competenza verde o un’esperienza lavorativa verde – è di sesso maschile”. Mentre un uomo su sei si qualifica come talento verde, solo una donna su dieci lo fa. In altre parole, nove donne su dieci sembra non abbiano alcuna abilità relativa al settore e il divario si sta allargando.

Una parte della ricerca si concentra poi sul settore delle energie rinnovabili in rapida crescita. Mentre le donne sono sottorappresentate in tutta la forza lavoro globale, e in particolare nei ruoli di leadership, il problema è particolarmente grave nelle energie rinnovabili. “Le donne comprendono: il 34% della forza lavoro nel settore delle energie rinnovabili contro il 44% in altri settori”, sottolinea il report. “Sono il 21% dei dirigenti nel settore delle energie rinnovabili contro il 25% in altri settori” e “il 21,8% dei fondatori di società di energia rinnovabile contro il 29,8% in altri settori”.

Le posizioni di leadership

Gli uomini hanno più probabilità delle donne di avere accesso alle opportunità di lavoro create da un’economia globale più verde e la tendenza si estende alla leadership e all’imprenditorialità, una tendenza che conferma le caratteristiche patriarcali dell’economia in generale, replicate nel settore green. “Quando gli uomini accettano il loro primo lavoro green, la transizione è meno brusca rispetto alle donne, come misurato da una metrica che chiamiamo ‘somiglianza delle competenze'”, sostiene la ricerca. La somiglianza delle competenze tra i primi lavori green degli uomini e i loro lavori precedenti tende ad essere superiore del 27% rispetto alla somiglianza delle competenze tra i primi lavori green delle donne e i loro lavori precedenti. Questo divario è cresciuto dal 2016, quando gli uomini che si orientavano verso lavori green avevano il 14% in più di competenze simili rispetto alle donne.

Gli uomini hanno quasi 3 volte più probabilità delle donne di avere competenze verdi “interfunzionali”, che sono necessarie per far crescere l’economia verde ma non specifiche per l’economia verde. Alcune delle competenze ecologiche interfunzionali più importanti sono legate alla manutenzione, alla riparazione e alla produzione. Poiché queste competenze costituiscono circa un terzo di tutte le competenze verdi detenute dai membri di LinkedIn, il divario di genere per le competenze verdi interfunzionali è un fattore chiave del divario di genere complessivo delle competenze verdi.

L’importanza delle donne nell’economia green

Il divario di genere tra le competenze verdi è cresciuto del 25% negli ultimi 7 anni, passando da 4,9 punti percentuali nel 2016 a 6,1 punti percentuali oggi. Sebbene le donne siano sottorappresentate in tutta l’economia, questo problema è particolarmente grave a tutti i livelli dell’industria delle energie rinnovabili. Le donne rappresentano il 34% dei lavoratori nel settore delle energie rinnovabili e il 44% dei lavoratori in altri settori: un divario di 10 punti percentuali.

Le donne meritano parità di accesso all’emergente economia verde e anche secondo la ricerca è imperativo creare nuove politiche e programmi che colmino il divario di genere tra competenze verdi, per accelerare così la proliferazione di competenze nell’intera forza lavoro globale. Ma dei segnali positivi sembrano intravvedersi perché “dal 2021, le donne sono entrate a far parte del pool di talenti verdi a ritmi più rapidi rispetto agli uomini: 12,3% contro 9,1% di crescita annua. Per colmare il divario sarà necessario però un tasso di ingresso delle donne di 2,5 volte superiore a quello attuale.