Pur in una condizione di miglioramento generale della supply chain, già rilevata anche dal Global Supply Chain Pressure Index (GSCI) della Fed, restano alcuni problemi soprattutto legati al lavoro, che continuano a influenzare le operazioni a livello globale.

Questo è quanto afferma Ivanti Wavelink ha intervistato magazzinieri, autisti, lavoratori di linea, responsabili di magazzino, analisti, specialisti dell’assistenza clienti e C-suite per valutare lo stato attuale della supply chain.

Le principali preoccupazioni

Tra le principali preoccupazioni dei responsabili della supply chain ci sono il tempo necessario per formare la forza lavoro (52%), l’alto tasso di turnover (50%) e l’urgente necessità di migliorare le competenze digitali (41%). Questo è quanto afferma il rapporto Supply Chain Trends for 2023 di Ivanti Wavelink, la business unit supply chain dell’azienda IT Ivanti.

Secondo le rilevazioni, la tecnologia sta giocando un ruolo sempre più importante nella produttività mentre le sfide legate al mondo del lavoro continuano come dimostrano anche le proteste a Parigi e le discussioni sul tema e le discussioni attorno al decreto Lavoro del governo Meloni.

Il sondaggio di Ivanti suggerisce che è difficile, ma fondamentale, per le aziende assumere e trattenere le persone giuste nei ruoli giusti. Per superare i problemi di lavoro e competenze, le organizzazioni stanno adottando la tecnologia e l’automazione per migliorare esperienza e produttività.

Le contromisure tecnologiche adottate

L’85% degli intervistati prevede di investire in nuove tecnologie e/o sviluppare tecnologie esistenti nel prossimo anno, con oltre la metà che afferma di voler aumentare l’automazione fino al 30%.

Dal sondaggio emerge come l’affidabilità sia il fattore più importante nella valutazione delle nuove tecnologie (69%). Mentre altre preoccupazioni vanno dalla facilità di implementazione (67%), alla facilità di apprendimento (63%), fino all’aspetto dell’adattabilità (63%).

Un dato che sorprende meno è quello relativo agli strumenti utilizzati nell’automazione del lavoro: per il 58% computer portatili con scanner e codici a barre, poi i tablet (50%). I computer “indossabili” e gli strumenti di picking automatizzati sono meno comuni, ma presentano un trend verso l’alto, con gli intervistati che affermano che questi strumenti sono gli strumenti principali in cui intendono investire nel corso del prossimo anno.

L’importanza del giusto equilibrio

Con la carenza di manodopera disponibile, molti settori stanno dotando i team di tecnologie che li aiutino a ottimizzare il flusso di lavoro. Sicuramente il ricorso alla tecnologia permette di efficientare i processi e far fronte alle crisi che riguardano il problema di avere personale adeguatamente formato. Tuttavia, nel lungo periodo quello che farà la differenza da un punto di vista sistemico sarà la capacità delle aziende di trovare la giusta simbiosi che tenga conto della necessità della società nel suo insieme, combinando artificiale e umano.

Resilinc, che offre soluzioni per la mappatura della supply chain e il monitoraggio dei rischi, ha pubblicato i dati del primo trimestre del 2023 che mostrano le maggiori interruzioni che hanno avuto un impatto sulla supply chain. Insieme all’insolvenza e agli eventi climatici estremi, una cospicua parte riguarda scioperi e interruzioni legate a proteste dei lavoratori.

Implementando la tecnologia e l’automazione che utilizza i dati in tempo reale, le aziende possono ottenere una visibilità end-to-end che consente loro di valutare le informazioni in modo più efficiente ed essere più agili nel mitigare i problemi, ma il fattore umano che governa questa tecnologia dovrebbe restare il centro della questione. In fin dei conti, quello che l’AI misura deriva tutto dall’umano e se chi lavora non ha le tutele adeguate neanche la tecnologia può funzionare.