L’intelligenza artificiale è il tema più discusso del momento, ma ancora un’opportunità relativamente nuova per il Procurement. Spesso se ne parla come di un nuovo promettente strumento per risolvere o prevenire i problemi futuri, ma presenta anche pericoli e rischi presenti. Quali sono le reali opportunità per il procurement? In che modo l’intelligenza artificiale può aiutare a risolvere alcune delle maggiori sfide? Quali sono i rischi concreti? In questo nuovo approfondimento cercheremo di scoprire gli usi possibili, i rischi e le opportunità di questa tecnologia che comprende le AI generative come ChatGPT.

Le classi dell’Intelligenza artificiale

Secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano esistono attualmente otto classi di soluzioni di Intelligenza Artificiale: Autonomous Vehicle; Autonomous Robot; Intelligent Object; Virtual Assistant e Chatbot; Recommendation; Image Processing; Language Processing; Intelligent Data Processing.

Nell’ultima, ampia, categoria rientrano tutte le soluzioni che utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale su dati strutturati e non strutturati per estrarre informazioni: i sistemi per la rilevazione delle frodi finanziarie, la ricerca di pattern, monitoring e controllo, l’analisi predittiva. Strumenti per la prevenzione dei rischi che effettuano analisi molto sofisticate che correlano dati, eventi, comportamenti ed abitudini.

Specificamente per il procurement, alcuni degli usi possibili degli strumenti che permettono la rielaborazione e l’utilizzo dei dati sono relativi alla previsione della domanda, alla selezione e misurazione dei fornitori, all’analisi dei contratti. Ma ancora, possono essere utilizzati per l’ottimizzazione dell’inventario, degli ordini e della logistica, e per la gestione del rischio.

Gli strumenti AI del CPO

Dalle premesse di cui sopra, si può dire che l’AI possa aiutare notevolmente un Chief Procurement Officer e il suo team ad ottimizzare i processi di approvvigionamento e fornire valore all’organizzazione. Come accennato, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare i dati dei fornitori, le tendenze del mercato e per identificare i migliori fornitori e negoziare offerte vantaggiose. Quindi, sviluppare un approvvigionamento strategico per ridurre i costi, migliorare le prestazioni e mitigare i rischi della supply chain. Può essere utile per classificare e analizzare automaticamente i dati di spesa, fornendo approfondimenti sui modelli e identificando le aree per la riduzione dei costi. Ma anche per analizzare ed estrarre dati dai contratti di approvvigionamento, inclusi termini chiave, prezzi e tempistiche di consegna, che possono aiutare a negoziare offerte migliori, gestire i rinnovi e garantire la conformità.

O ancora a gestire le prestazioni dei fornitori e i rischi geopolitici o le interruzioni. Infine, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare i dati storici di vendita, le tendenze del mercato e altri dati rilevanti per prevedere la domanda, ma anche semplificare operazioni aziendali complesse con un’interruzione minima dell’infrastruttura esistente e automatizzare le attività manuali consentendo una migliore gestione delle risorse e del tempo. In buona sostanza può aiutare a prendere decisioni migliori, identificare nuove opportunità, migliorare le operazioni, automatizzare le attività manuali, liberare tempo e identificare nuovi partner e mercati. Secondo Sue Helper, ex capo economista presso il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, “l’intelligenza artificiale sta diventando fondamentale per il processo decisionale nelle operazioni di approvvigionamento e supply chain. Consente alle aziende di ottimizzare le loro catene di approvvigionamento, identificare potenziali rischi e prendere decisioni basate sui dati”.

Con l’intelligenza artificiale, le aziende possono identificare e mitigare rischi come interruzioni della supply chain, frodi dei fornitori e problemi di controllo della qualità, tra gli altri. Ciò contribuisce a garantire che la catena di approvvigionamento dell’azienda rimanga resiliente e in grado di rispondere rapidamente a qualsiasi sfida. Oltre al decision-making, un miglioramento si ottiene nell’efficienza, nella produttività e anche nella soddisfazione di clienti e partner.

Figura 1. Possibili utilizzi dell’AI nel procurement.

Lo stato dell’arte in Italia

Stando ai dati del 2023 dell’Osservatorio Artificial Intelligence, per l’Italia la quota più significativa del mercato dell’Intelligenza Artificiale italiano, con il 34%, è inerente a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing). Mentre per quanto riguarda i Chatbot siamo sul 28%. Il 19% riguarda invece gli algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le preferenze (Recommendation System). Il 10% è relativo al mercato della Computer Vision, che analizza il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione. Il 9% fa riferimento a soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività e governa le fasi di un progetto (Intelligent Robotic Process Automation).

L’Osservatorio ha analizzato anche la maturità delle grandi organizzazioni nel percorso di adozione dell’AI: il 34% delle grandi aziende si trova nell’era dell’implementazione, poiché dispone delle risorse tecnologiche e delle competenze per sviluppare e portare in produzione le iniziative di AI, con diversi gradi di maturità. Nel restante 66% vi sono situazioni eterogenee ancora poco mature o scarsamente interessate. Quanto alle PMI, il 15% ha almeno un progetto di AI avviato e una su tre ha in programma di avviarne di nuovi nei prossimi due anni.

In generale, l’intelligenza artificiale aiuta i professionisti dell’approvvigionamento nella gestione e aiuta a ottenere informazioni su grandi quantità di dati a una velocità maggiore. Qualcosa che nessun essere umano può replicare facilmente senza impiegare molto tempo. L’intelligenza artificiale può rappresentare un investimento ottimale e una buona scelta per il procurement, in questo senso, perché dall’automazione dei compiti più noiosi alla gestione ottimale dei dati offre nuove opportunità.  Il ROI dell’approvvigionamento viene misurato confrontando i costi della funzione di approvvigionamento con i risparmi che genera. Questi risparmi sui costi possono consentire ulteriori investimenti, ricerca e sviluppo, migliore esperienza del cliente, abilitazione alle vendite, offerta sostenibile e altro ancora. È qui che l’AI può aumentare l’impatto nel procurement, in una efficace sperimentazione collaborativa uomo-macchina.

Nella prossima parte dello speciale indagheremo le possibilità dell’AI generativa, diffusasi in particolare con l’uscita di ChatGPT, cercando di analizzare le opportunità e i rischi che presenta.


PARTE 1 – L’AI nella supply chain

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Fonti:

Digital4Biz, AI: cos’è l’Intelligenza Artificiale, principali applicazioni e strumenti per efficientare e automatizzare processi e flussi di lavoro, 23 aprile 2022.

Sievo, AI in Procurement: The Ultime Guide for Procurement Executives, 5 dicembre 2022.

ZeroUno, Osservatorio Artificial Intelligence 2023, il mercato AI cresce del 32%, 14 febbraio 2023.